mercoledì 12 giugno 2013

Riflessioni su Ionisation (Varèse)


Edgar Varèse IONISATION 
riflessioni e osservazioni
Alfredo Ardia




Un riflesso di avvenimenti storici

La musica è da sempre stata influenzata dal contesto e dagli avvenimenti storici in cui essa viene concepita. In quest'ottica una composizione orchestrale per sole percussioni come Ionisation, in un periodo di crisi economica e sociale (la crisi del '29), potrebbe essere interpretata come una risposta a questo clima inquieto, come una necessità di ricercare un nuovo approccio e un nuovo tipo di organizzazione nel campo compositivo. L'abbandono del sistema temperato, l'utilizzo di suoni inarmonici, di sirene e di ritmi spesso irregolari e caotici, sembrano inoltre rispecchiare quello che era il clima di quel periodo, privo di certezze e in declino verso il disordine. Nel momento in cui ci si approccia per la prima volta ad una composizione come Ionisation, l'organico impiegato, formato quasi esclusivamente da strumenti percussivi e inarmonici, e l'ascolto che ne deriva, portano a pensare che l'intera composizione sia basata sul ritmo, sulla dinamica e sul timbro degli strumenti. Da questo punto di vista il lavoro rappresenta un vero e proprio distacco dalla musica tradizionale di quegli anni e di quelli passati, in cui l'armonia e la melodia erano gli aspetti su cui si basava l'intera metodologia compositiva e a cui non si poteva rinunciare.



Un'innovativa idea di musica

Il metodo compositivo di Varèse, diretto a dare sempre più spazio alle percussioni, ai suoni inarmonici e a mettere in discussione la netta separazione tra suono e rumore, non va visto però solo come un riflesso della situazione storica o come un atteggiamento di controtendenza nei confronti della musica tradizionale. Il percorso intrapreso dal compositore è piuttosto diretto ad una nuova concezione di “idea di musica”, che mette in primo piano il suono stesso, formato da micro-movimenti interni, dando importanza all'evento sonoro più che ai gesti come nota, intervallo, melodia e armonia su cui si basava il metodo compositivo classico. La musica di Varèse infatti porta l'ascoltatore a concentrarsi sulle caratteristiche intrinseche il suono. Inoltre l'impiego di suoni inarmonici e strumenti non usuali come le sirene, mostrano lo spiccato interesse del compositore verso un ampliamento del concetto stesso di suono che fino ad allora era limitato prevalentemente ai suoni strumentali.
Questo modo di approcciarsi alla musica in termini di eventi sonori è da considerarsi come un atteggiamento innovativo e moderno, che ha senza dubbio influenzato le avanguardie musicali e la musica elettronica colta.


Il precursore della spettromorfologia

Quando Varèse parlava delle sue composizioni usava spesso il termine di “massa sonora”, intesa come un insieme di strumenti che suonano insieme e appaiono come un evento unico, proprio per sottolineare che nella sua musica prestava particolare attenzione alle caratteristiche interne del suono. L'impiego di questo termine mostra la modernità del pensiero del compositore. Infatti solo con la musica concreta di Pierre Shaeffer (1949), quello di “massa sonora” è diventato, e lo è tuttora, un criterio fondamentale per la composizione e l'analisi musicale. Questo termine venne inoltre usato da Dennis Smalley, il quale riprese molti aspetti formulati da Schaeffer portandoli ad un notevole grado di generalizzazione e approfondimento. A lui si deve la definizione del concetto di spettromorfologia, con cui si intende una metodologia analitica basata sulle informazioni derivanti dallo spettro sonoro (spettro-) e il modo in cui lo spettro varia nel tempo (-morfologia). La spettromorfologia è dunque uno strumento descrittivo basato sulla percezione uditiva, che concentra la propria attenzione sugli elementi e sui movimenti interni al suono, e che a mio parere si basa su quell'atteggiamento di interesse per gli eventi sonori che caratterizzava l'approccio compositivo di Varèse. Per questo motivo il compositore francese può essere considerato come il “precursore” dell'approccio spettromorfologico descritto da Smalley, ed uno dei primi ad aver dato un ruolo principale alle caratteristiche interne del suono.
Per questo motivo nell'analizzare la sua musica sarebbe corretto farlo seguendo la teoria spettromorfologica descritta da Smalley, identificando e qualificando gli oggetti sonori che compongono il brano.



Musica e chimica

Seppure Varese sia sempre stato restio a spiegare le proprie tecniche compositive, nel caso di Ionisation, il titolo del brano suggerisce un metodo preciso e scientifico. Si tratta appunto della ionizzazione, un processo chimico che prevede la trasformazione di due elementi in un terzo elemento da essi derivato per migrazione di un elettrone dal livello esterno dell'atomo del primo elemento al livello esterno del secondo elemento. E' particolarmente interessante come il compositore francese sia riuscito a creare un vero e proprio processo di "ionizzazione musicale" ispirandosi al fenomeno chimico. Gli elementi chiave della ionizzazione sono lo spostamento spaziale degli elettroni e la trasformazione degli elementi che prendono parte al processo.

Spostamento spaziale
Varèse ha inteso lo spostamento spaziale degli elettroni in campo musicale come una migrazione spaziale di cellule e strutture ritmiche. Per ottenere questo risultato ha prestato particolare attenzione alla disposizione nello spazio dei diversi strumenti. Gli esecutori sono disposti, secondo un preciso criterio, in doppio semicerchio attorno al direttore d'orchestra, ed ognuno ha precise indicazioni sulla locazione e sugli strumenti da suonare.
In questo modo determinate cellule, passando da uno strumento all'altro, si spostano continuamente nello spazio e si ha così una sensazione di continuo movimento.

Trasformazione Il processo di trasformazione avviene attraverso due aspetti:
1) passando da uno strumento all'altro si ha una trasformazione timbrica del modulo;
2) la cellula si trasforma anche strutturalmente: viene presentata nella sua forma originale e successivamente è ripresa con variazioni e trasformazioni.

Usando queste tecniche, Varèse è riuscito ad ottenere una vera e propria ionizzazione musicale. In questo lavoro la cellula ad essere "ionizzata" è un tema principale, esposto dal tamburo militare subito dopo un'introduzione.




Il fatto che il compositore abbia presentato fin da subito il tema nella sua forma originale, eseguito da uno strumento facilmente riconoscibile come il tamburo militare, ci da la possibilità di poterlo individuare più facilmente quando subisce trasformazioni e spostamenti da uno strumento all'altro. Facendo diversi ascolti mirati a seguire il tema principale e analizzando la partitura, è possibile individuarlo nelle sue forme variate proposte da diversi strumenti.
E' inoltre possibile ritrovare alcuni esempi di ionizzazione musicale, per esempio alla battuta 16 il tamburo militare presenta il tema principale che passando dalla tarole e dal bloc chinois subisce delle trasformazioni, per poi ripresentarsi in forma originale eseguito nuovamente dal tamburo militare (bat. 20)





l fatto che Varèse abbia deciso di interpretare un fenomeno chimico in termini musicali, conferma il suo interesse verso gli eventi e le caratteristiche interne al suono. La chimica si occupa infatti di studiare le proprietà della materia, a livello molecolare ed intramolecolare, e delle sue trasformazioni (reazioni chimiche), così come la musica di Varèse si concentra sulle microstrutture e sui microeventi sonori, seguendo quello che oggi definiamo un approccio spettromorfologico.
La scelta strumentale effettuata da Varèse conferma questa tesi: utilizzando suoni prevalentemente percussivi ed impulsivi, è come se il compositore abbia cercato di creare oggetti sonori complessi a partire da un materiale di più basso livello. Inoltre non va trascurato il suo interesse per la disposizione spaziale: con Varèse il parametro spazio acquista un ruolo di rilievo come mai prima, ci da indicazioni precise e dettagliate sulla disposizione degli strumenti e questo è un atteggiamento molto innovativo, basti pensare che oggi nella musica elettroacustica lo spazio è un elemento fondamentale.
Anche se questa composizione non è diventata un modello per le generazioni successive per quanto riguarda la forma, si può però affermare che lo è diventata concettualmente: è vero che Ionisation rappresenta un caso unico di composizione orchestrale per soli strumenti percussivi, ma gran parte della musica elettronica ed elettroacustica ha ereditato quello stesso interesse che Varese aveva per il suono e per la sua natura.



bibliografia:
Luca Conti, Strategie analitiche per le opere di Edgard Varèse
Paolo Cecchi, Ionisation di Edgard Varèse: una proposta di didattica dell'ascolto